Salviamo il liceo classico !
Tra le vittime delle recenti riforme della scuola italiana vi è il Liceo classico. Ritenuto da molti obsoleto e poco aperto alle novità. Eppure sono numerosi coloro che sostengono una tesi opposta, considerando il liceo classico il simbolo della cultura e della società italiana, nonchè la base per il futuro del paese. Allora perchè eliminarlo? Evidentemente la colpa risiede nella scarsa fiducia nei confronti della cultura classica, soprattutto da parte di coloro che ne ignorano l’utilità effettiva, non considerando che gli studenti di questo liceo sono abituati a risolvere e tradurre problematiche pratiche e quindi sono avvantaggiati nell’affrontare più serenamente le difficoltà, siano esse lavorative, familiari, personali.
Nato sul modello della tradizione scolastica umanistica, il Liceo classico sin dal 1900 è stato l’unico indirizzo secondario superiore a dare la possibilità di intraprendere ogni facoltà universitaria. Adesso la situazione è cambiata. Sono aumentati gli indirizzi che offrono l’opportunità di accesso alla classe dirigente, mettendo così in secondo piano il vecchio Liceo classico, del quale sono dimezzate le iscrizioni negli ultimi 7 anni. E’ evidente che il Liceo classico sta “morendo”. Per portare alla luce questa situazione e cercare di risolverla, il 15 novembre scorso a Torino è stata messa in scena un’azione teatrale, un “processo” ad uno degli indirizzi scolastici principali della tradizione italiana. Umberto Eco, come avvocato della difesa lo definisce “l’anima dell’Italia migliore”. Può essere considerato una “palestra della mente”, da cui si esce pronti per affrontare le molteplici complicazioni del mondo lavorativo e non solo. Numerose le accuse da parte di coloro che intendono seppellire questa tradizione, accusandola di “non formare persone adatte al nuovo mondo”. Propongono di modificarlo, dando maggiore attenzione alla componente scientifica, ma il Pubblico Ministero ribadisce che “il liceo classico non si tocca”.
Nonostante ciò sono nati, a partire dagli anni ’70, numerosi corsi di sperimentazione (linguistici, informatici, artistici ecc.) uniti al corso d’ordinamento ufficiale previsto dal Ministero. Molti ignorano che la conoscenza della cultura classica è la base necessaria per la società moderna. Oltre ad essere un omaggio alla tradizione, il Liceo classico è anche uno strumento necessario al conseguimento di tutte le finalità della scuola: la crescita della persona, la formazione per il lavoro, la base di una coscienza umana e civile. Probabilmente rimane l’unico lato umanistico della nostra società, che ormai identifica l”utile” solo con la ricchezza materiale ed il profitto. L’aspetto maggiormente discusso è l’impostazione didattica, ritenuta antiquata e chiusa. In realtà è semplice dimostrare il contrario, prendendo come esempio la traduzione dal latino, oppure dal greco, effettuata con il dizionario. Questo procedimento è analogo alla ricerca scientifica. Inoltre abitua lo studente a prestare attenzione alle particolarità e ai dettagli più minuziosi, approfondendo e valutando ogni possibilità,”aprendo la mente”. Quindi si affronta il linguaggio nel suo duplice aspetto: retorico e dialettico. In questo modo si acquisiscono competenze spendibili in qualsiasi ambito lavorativo e necessarie per diventare avvocati, magistrati, uomini politici, giornalisti, docenti e così via. Sono necessari seminari per promuovere questo indirizzo e stimolare i ragazzi ad iscriversi, senza lasciarsi intimidire dalla mole di lavoro e impegno che lo caratterizzano. Infatti tutti gli sforzi verranno prima o poi ripagati, in primo luogo dalla soddisfazione di riuscire a conseguire un diploma di Liceo classico ma anche dalla consapevolezza di essere avvantagiati e pronti per intraprendere qualsiasi percorso universitario. Il Liceo classico deve essere rivalutato, riscoperto e ritrovato ma non cancellato, non si può costruire il futuro ignorando il passato.