Visita a Villa Adriana:”Una Villa imperiale”

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Il 3 dicembre 2018 il secondo liceo classico ha visitato un vero gioiello del territorio: Villa Adriana a Tivoli. Questa residenza imperiale fu un tempo il rifugio extraurbano dell’imperatore Adriano. Egli decise di farla realizzare nel 118 d.C. per due motivi fondamentali: innanzitutto preferì spostarsi da Roma per il timore di una congiura da parte dei suoi avversari politici, in secondo luogo odiava la vita caotica ed era un modo per allontanarsi dalla confusione della città, pur rimanendo nelle vicinanze.
Le dimensioni della villa sono straordinarie. Infatti è grande quasi il doppio della città di Pompei.

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Una storia lunga secoli

I resti a noi pervenuti non sono molti perché nel Medioevo era stata abbandonata. Le popolazioni ne avevano preso molti materiali in particolare il marmo che veniva messo nelle calcare ossia forni sotterranei utili ad altre costruzioni in quanto non avevano il culto della conservazione.
Nel 1600 d.c. la villa venne acquistata dai Gesuiti che abbatterono tre delle quattro facciate del muro della villa per lasciar spazio all’agricoltura. Tra il 1700 e il 1800 d.c. con il “grand tour” la residenza venne visitata da artisti provenienti da tutta Italia che però portarono via numerosissime opere d’arte.

La struttura di Villa Adriana

La villa è realizzata su due piani: nel piano inferiore sono presenti le gallerie, un luogo di passaggio per operai e schiavi in servizio. Oggi per motivi di sicurezza non sono visitabili, ma in ogni edificio è visibile l’ingresso in quanto erano ben collegate. Nel piano inferiore vi erano anche degli edifici in muratura chiamate “cento camerelle” dove dormivano gli schiavi e non c’era l’acqua.
Nel piano superiore, invece, si ergevano moltissimi edifici. La villa non aveva mura difensive, ma aveva un muro perimetrale chiamato pecile che Adriano riprese da un quadriportico di Atene per ostentare la ricchezza e per far capire il proprio potere.

Il TEATRO MARITTIMO

Così soprannominato perché gli studiosi del 1400/1500 d.c dall’esterno pensavano che fosse un teatro ma all’interno trovarono una domus molto particolare. Tra il portico e la domus c’era una piscina (natatio) che Adriano utilizzava sia per rilassarsi sia per isolarsi poiché vi erano due ponti levatoi che potevano essere manovrati solo dall’interno.
Il teatro era la vera e propria abitazione dell’imperatore. Da qui riusciva a raggiungere le biblioteche, le terme personali e anche la sala del filosofo dove accoglieva gli ospiti in modo ufficiale. Il teatro venne inoltre chiamato marittimo poiché era decorato con mostri marini incisi su lastre d’argento. Fu uno degli edifici più rappresentati dagli artisti ed era di forma circolare.
Le TERME
Ve ne erano tre e una piccola nel teatro marittimo. Erano divise in frigidarium, tepidarium e calidarium e infine c’era la sauna (sudatio). L’acqua era proveniente dal fiume Aniene e veniva riscaldata dal basso per mezzo di intercapedini (prefurnia). Una delle quattro terme, “le grandi terme”, venne destinata da Adriano agli schiavi per lavarsi al fine di non diffondere malattie. Erano definite “grandi” perché gli schiavi erano migliaia e vi accedevano dalle gallerie. Anche qui era disponibile la sauna, realizzata con una vetrata di fronte perché quando c’era il sole si scaldava ulteriormente.
Sui pavimenti vi erano mosaici realizzati non a scopo decorativi ma semplicemente per non scivolare. I mosaici vennero smembrati dagli aristocratici nel 1700 d.c.
Le GALLERIE
Queste ultime erano diverse da quelle degli schiavi ed avevano la stessa funzione dei portici ma erano nascosti e venivano utilizzati d’estate perché più freschi (criptoportici).
Le altre costruzioni da visitare
Il PRETORIO: si pensava fossero alloggi dei pretoriani ma in realtà era il magazzino del Canovo.
ABITAZIONE DELLA MOGLIE: la moglie viveva in un edificio separato da Adriano.
Il CANOPO: Il nome Canopo venne ripreso dall’Egitto per le feste in onore di Serapide. Il canopo era un ambiente dove ricevevano i pasti i romani sdraiati sul triclinio, separati da Adriano che mangiava con diciotto persone al massimo nel Serapeo. Molto probabilmente il nome del canopo venne inoltre ripreso in onore del suo amante ufficiale Antinoo il quale morì a soli vent’anni lungo le rive del Nilo e al quale dedicó la città Antinopoli, situata vicino al luogo della sua morte.
 

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