Samuele Ceccarelli: un campione in velocità
Il giorno 12 aprile due studentesse di Villa Sora, Matilde D’Onofrio e Beatrice Angelini, hanno avuto la possibilità di intervistare il velocista italiano: Samuele Ceccarelli.
Chi è Samuele Ceccarelli?
Samuele Ceccarelli é un ragazzo di 23 anni, nato il 9 gennaio 2000 a Massa, in Toscana. Ha frequentato il liceo linguistico nella sua città e ora frequenta facoltà di Giurisprudenza a Pisa, per seguire le orme del padre avvocato. Samuele ha conquistato le cronache mondiali perchè ha vinto l’oro europeo a Istanbul nel 2023, battendo il campione Marcell Jacobs e diventando così il campione italiano europeo di atletica.
Nel corso dell’incontro il campione ha avuto modo di rispondere ad alcune domande da noi poste.
Buongiorno Samuele e grazie per averci concesso quest’intervista. La tua storia ci ha appassionato, infatti tante sono le curiosità che ha suscitato. Innanzitutto, quando è nata in te la passione per l’atletica?
Già quando frequentavo le elementari avevo questa passione per la corsa: correvo per il cortile della scuola cercando di essere il più veloce possibile. Era una cosa innata, che all’inizio ho lasciato nascosta, ma crescendo ho avuto modo di riscoprire.
A quanti anni hai cominciato ad allenarti a livello agonistico e cosa ti ha spinto ad iniziare?
Ho iniziato ad allenarmi quando avevo all’incirca 16 anni. Prima di iniziare atletica a 16 anni, ho fatto karate per sette anni. In seguito, ho lasciato perché sentivo che lo sport che mi apparteneva di più era la corsa. Il babbo di un mio compagno di classe, che era un allenatore, mi chiese se mi sarebbe piaciuto fare una prova al campo e da lì cominciò la mia carriera. Quello che mi piace di più è sentire il brivido della velocità, mi regala delle emozioni molto forti che poche altre cose riescono a darmi.
Il giorno della gara degli europei a Istanbul avevi la febbre. Chi o che cosa ti ha dato la forza di non rinunciare?
È stato tutto un esercizio mentale, perché le gambe a quel punto non c’entrano più. Quando ci sono dei fattori influenzanti non si parla più di forza fisica ma più mentale. Infatti, bisogna rimanere sempre molto concentrati. L’allenatore mi ha aiutato molto su questo aspetto, soprattutto a dimenticare ciò che stava succedendo intorno a me.
La componente psicologica deve essere determinante, come ci lavori? Hai uno psicologo di riferimento?
Lavoro molto su questo aspetto. Se dovessi dire in percentuale in quale percentuale corrisponda la prestazione fisica e quella psicologica direi che un bel 60% lo determina la condizione mentale mentre il restante 40% quella fisica, della serie che se hai le gambe ma non la testa non vai da nessuna parte. Non ho uno psicologo di riferimento, quando ne ho bisogno mi aiuta molto l’allenatore, che mi sprona e mi dà delle dritte, soprattutto a ridosso della gara.
Cosa provi e come ti prepari per una gara, hai qualche portafortuna?
Quando ho una gara, non ci penso fino al giorno precedente, solo due o tre ore prima inizio a pensarci. Per esempio, se ho una gara all’estero visito prima la città, poi inizio a isolarmi per pensare a cosa dovrò fare durante la competizione, ci si arriva per gradi, in modo sequenziale. Ebbene sì, ho un portafortuna: un paio di mutande rosse di Tezenis, le ho indossate sia ad Ancona che ad Istanbul.
Come riesci a conciliare scuola e lavoro, allenamenti e gare? Hai qualche consiglio da dare ai ragazzi che vogliono cominciare a fare sport a livello agonistico?
La mia giornata tipo è: studio al mattino e allenamento al pomeriggio. Non è facile mantenere l’equilibrio perché bisogna dedicare tanto tempo allo studio, che non considero secondario, e anche il giusto tempo alla preparazione atletica che è molto esigente. Ma con un pò di forza e di volontà si riesce a fare tutto. Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi che vogliono fare sport a livello agonistico è quello di divertirsi sempre e essere soddisfatti e orgogliosi, anche se significa sacrificare molto come per esempio le uscite con gli amici.
Come ti senti ora che sei un campione?
Sinceramente, nella mia vita non è cambiato assolutamente niente, perché mi comporto come se non avessi vinto nulla: continuo a dire le mie cavolate come prima a tutti. Questa, secondo me, è la chiave per continuare ad allenarmi sempre con tranquillità e serietà
Che emozioni hai provato nel battere Jacobs? Lo conoscevi già prima della gara?
Avevo già incontrato Jacobs in passato, però non avevo avuto modo di conoscerlo così tanto come ad Istanbul. Ci siamo confrontati in una gara nel 2018 e nel 2021 ma l’ho conosciuto di più in Turchia: è una bravissima persona.
Dove trovi la forza per non arrenderti?
Non è facile perché bisogna avere tanta forza di volontà, anche quando le cose non vanno bene. È facile quando va tutto bene e sei felice, però quando vedi che, anche se ci metti tanto impegno, i risultati non ci sono, a quel punto ti vorresti arrendere. Quello che fa la differenza è la determinazione. È più facile abbandonarsi alle onde ma quello che conta di più è arrivare al risultato finale concentrati.
Chi è il tuo più grande fan? Chi ha creduto in te fin da subito?
Sicuramente il mio babbo, la mia mamma e i miei nonni perché mi hanno sempre accompagnato agli allenamenti e quindi hanno dovuto sacrificare parte del loro tempo per me e per la mia passione.
Qual è stata la primissima emozione che hai provato quando hai vinto?
Ne ho sentite così tante di emozioni quando ho letto il mio nome sul tabellone, che non sono riuscito a provarne neanche una. Ho potuto realizzare che avevo vinto l’oro solo quando mi sono arrivate le mille telefonate da tutti gli amici e parenti.
Che consigli dai a noi studenti della scuola superiore?
Non farsi scoraggiare da circostanze che sembrano giganti e invece non lo sono. Basta essere orientati con la testa verso quello che è giusto e non farsi trascinare dalla situazione. Le distrazioni vanno bene nella misura in cui ti danno una mano e ti danno più leggerezza e tranquillità, basta che non siano delle distrazioni che ti portano fuori dall’obiettivo. Un’altra cosa importante è anche non farsi trascinare dagli altri e dal loro giudizio: devi rimanere concentrato sul tuo percorso e ascoltare le voci di chi ti vuole bene.
Grazie, Samuele. Alla prossima!