The Killer, il nuovo film di David Fincher
Ispirato alla graphic novel francese Il Killer di Alexis Nolent (1998), il nuovo film di David Fincher, The Killer, è la sua seconda opera commissionata da Netflix.
Il primo aspetto che colpisce del lungometraggio è l’incredibile e minuziosa cura, forse ancor di più di ogni suo altro film, che il regista statunitense dedica ad ogni immagine: sostanzialmente ogni sequenza, sia quelle movimentate (come l’adrenalinica colluttazione centrale) che quelle più statiche (il dialogo a tavola col personaggio di Tilda Swinton) sono formalmente perfette. E’ questa una delle ragioni, insieme ad una notevole gestione dei tempi, per cui il prodotto riesce a mantenere alta la tensione per tutte le due ore di proiezione nonostante una sceneggiatura piuttosto scarna, a conferma delle incredibili capacità registiche di Fincher già ampiamente dimostrate nella sua carriera.
Ma ridurre The Killer solamente a questo significherebbe fermarsi ad un livello estremamente superficiale.
La pellicola non è infatti solamente un mero esercizio di stile, come recepito invece da una larga fetta di pubblico, ma un’opera che non sarebbe errato definire quasi parodistica.
Basterebbe solamente la (bellissima) sequenza iniziale, in cui il protagonista sbaglia il colpo dopo un lungo e cinico flusso di coscienza su quanto la mancanza di empatia e la precisione siano fondamentali nel suo lavoro, a svelare il vero volto di The Killer: un film travestito da nichilista, ma che si rivela presto essere fortemente anti-nichilista, nonché parodia di tutto quel cinema muscolare e freddo che pone al centro l’assassino senza scrupoli ma con le sue ragioni, sempre privo di errore.
Perché è questa la caratteristica fondamentale del killer interpretato dal bravissimo Michael Fassbender: l’errore o, per meglio dire, la contraddizione. E’ infatti un personaggio che contraddice costantemente se stesso e che se ne rende conto solamente alla fine, tanto che la chiave di lettura del film è contenuta proprio nei due concetti che vengono espressi rispettivamente all’inizio e alla fine della pellicola: l’essere “uno dei pochi”, la convinzione della propria perfezione e unicità e, infine, l’essere “uno dei tanti”, la realizzazione di essere come tutti gli altri.
Ed è per questa ragione che il killer è mosso dal fine apparentemente più banale: l’amore. Non dai soldi o da una qualunque autocommiserazione di se stesso, ma semplicemente dall’amore.
Il carattere parodistico dell’opera è ulteriormente sottolineato da una sottile ironia nera presente per tutta la durata, rivolta soprattutto al sistema capitalistico e alle grandi multinazionali (persino ad Amazon, rivale di Netflix).
La colonna sonora, minimalista e perfetta come sempre, è affidata a Trent Reznor (Nine Inch Nails) e Atticuss Ross, ormai alla quinta collaborazione con David Fincher, ma sono presenti anche diverse canzoni storiche del celebre gruppo britannico The Smiths. Il film segna inoltre la seconda collaborazione tra Fincher e lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker dopo Seven (1995).
Clicca qui per il trailer di The Killer: https://youtu.be/FJWkx75aOns