Un Viaggio Attraverso la Memoria di Roma
Il 4 Marzo 2025 le classi quinte del nostro Liceo hanno fatto un emozionante tour storico di Roma, esplorando luoghi significativi legati alla Seconda Guerra Mondiale e alla storia ebraica della città. È stata un’esperienza che mi ha profondamente toccato e voglio condividere con voi quello che ho visto ed appreso.
La nostra gita a Roma è iniziata da Piazzale Ostiense, un luogo simbolo della Resistenza italiana. Qui si trova un monumento dedicato a tutte le leggi discriminatorie promulgate contro alcune categorie della popolazione, comprese le leggi razziali. È anche uno dei pochi monumenti che ricordano l’Olocausto di omosessuali e disabili. Curiosamente, ci troviamo su una strada che un tempo era intitolata a Hitler, un contrasto che evidenzia il peso della memoria storica in questo luogo.

La resistenza a Roma
Dopo questa prima riflessione, ci siamo diretti verso la Piramide Cestia, dove abbiamo osservato quattro targhe commemorative. Queste ricordano coloro che hanno dato la vita per la difesa di Roma, inclusi soldati statunitensi, partigiani e donne che hanno operato come staffette partigiane. Qui abbiamo approfondito la storia di Raffaele Persichetti, professore di storia dell’arte e membro del Partito d’Azione, che perse la vita nella battaglia di San Paolo mentre resisteva all’avanzata tedesca. A lui è dedicata una via.
Proseguendo il nostro tour, abbiamo raggiunto il Cimitero Acattolico, un luogo di sepoltura per molte persone che, in passato, non potevano essere sepolte in Italia se non avevano parenti italiani. Adiacente al Cimitero Acattolico è stato costruito in seguito il Rome War Cemetery. Esso custodisce le spoglie dei militari appartenenti al Commonwealth caduti a Roma durante la seconda guerra mondiale. Il cimitero, purtroppo chiuso al pubblico al momento della nostra visita, ospita tombe semplici con solo nome, cognome e data di morte. Al centro si trova la Statua della Rimembranza, un simbolo di commemorazione per tutti i caduti.

La persecuzione ebraica
La nostra successiva destinazione è stata Piazza della Famiglia Di Consiglio. Questa famiglia ha subito enormi perdite durante il rastrellamento del Ghetto di Roma e le Fosse Ardeatine. Nel 2012, alcune pietre d’inciampo dedicate a loro furono rimosse da vandali, segno di quanto ancora oggi la memoria storica sia fragile. Abbiamo approfondito la storia della persecuzione ebraica a Roma, toccando eventi come il rastrellamento del 16 ottobre 1943, durante il quale 2.091 persone furono deportate, nonostante il tentativo della comunità ebraica di evitare l’arresto consegnando 50 kg d’oro ai nazisti.
Nel nostro percorso, ci siamo soffermati sulla storia di Elsa Morante e del suo libro La Storia, un’opera che ha dato voce al dramma della guerra e delle persecuzioni. La protagonista del romanzo, Ida, affronta eventi drammatici che riflettono la complessa realtà italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Abbiamo poi osservato le pietre d’inciampo poste davanti alla sua abitazione, che ricordano le vittime della sua famiglia.
Arrivati al Ghetto Ebraico, abbiamo ripercorso la storia della segregazione degli ebrei a Roma, istituita con un editto di Papa Leone nel 1500. Solo nel XIX secolo, con Papa Pio IX, i cancelli furono aperti, ma molti ebrei scelsero comunque di restare nel quartiere. Nel 1943, 86 soldati tedeschi irruppero nel ghetto, arrestando e deportando intere famiglie, lasciandole per due giorni a via della Lungara prima di caricarle sui treni diretti ai campi di sterminio.
Museo della Shoah

Museo della Shoah
Il nostro tour si è concluso con la visita al Museo della Shoah, dove abbiamo approfondito la distinzione tra campi di concentramento e campi di sterminio. Abbiamo esaminato la mappa di tutti i campi esistenti in Europa e appreso come Auschwitz-Birkenau fosse sia un campo di concentramento che di sterminio, e che era solo uno dei tanti campi tedeschi in cui venivano condotti atroci crimini. Abbiamo scoperto la storia di Dachau, il primo campo di concentramento, e di Ravensbrück, il principale campo femminile.Infine abbiamo anche riflettuto sul fatto che gli Alleati, inizialmente, non considerarono la liberazione dei campi come un obiettivo primario. Comprendendo solo nel 1944 la vera entità del genocidio quando liberarono Majdanek. Abbiamo osservato anche un filmato con immagini inedite, girato dagli alleati, durante la liberazione di un campo.
Questa esperienza è stata davvero toccante e formativa. Ripercorrere i luoghi della memoria mi ha fatto apprezzare ancora di più l’importanza della libertà e del rispetto reciproco; mi ha fatto capire quanto sia importante mantenere viva la memoria di questi eventi terribili… Non possiamo permettere che qualcosa del genere accada di nuovo perché come ha detto il nostro professore, “Chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo.”