Attraverso il buio, parte 2

Era sabato in tarda mattinata quando i ragazzi del branco stavano iniziando l’allenamento di gruppo, tutti tranne Luce che, come al solito, era in ritardo.

«Nicholas, sai dove è finita Luce? Stiamo per iniziare!», esclamò Sophie con aria molto preoccupata.

«No, Sophie, ma la conosci. Arriverà in ritardo di qualche minuto come al solito, stai tranquilla» Però, non c’era da stare tranquilli. Al loro istruttore Robert due cose davano fastidio: chi arrivava tardi e chi era sfaticato; e se la ragazza ricordava bene, sapeva che Luce era una ritardataria patologica ed amiche una grande pigra: quindi, si trovava in guai seri.

“Dopo tutti questi anni, ancora non è cambiata”, pensò Alex a cui era mancato addirittura il suo ritardo cronico; ormai, ne era così abituato che gli dava appuntamento quindici minuti prima, così che potesse arrivare in tempo. Alla fine diede voce ai suoi pensieri. «Ragazzi state tranquilli. Lo sappiamo tutti che Luce arriva esattamente quindici minuti dopo come sempre, come sappiamo anche che Robert ha un debole per lei»

Ma non tutti sapevano, al contrario di Nicolas, che Luce era solita arrivare con esattamente quindici minuti di ritardo.

Luce e Alex. Attraverso il buio- Parte 1

Quando finalmente anche Luce arrivò, tutti cominciarono l’allenamento, in un primo momento concentrandosi singolarmente  sulla preparazione, e solo dopo sarebbero passati a quello di coppia.

Durante la prima parte del riscaldamento fecero solo esercizi a corpo libero e corsa, poi iniziarono con un po’ di boxe.

In quelle due ore trascorse insieme, Alex si rese conto di quanto il tempo avesse cambiato alcune cose, ma mantenuto invariate altre. Infatti, notò una nuova sfumatura negli occhi di Luce, quella sfumatura di azzurro era mutata subito in un grigio più scuro accompagnata da un’espressione più concentrata e determinata. Ma il ragazzo dai capelli biondi non riusciva a comprenderne il motivo. Motivo che, invece, Nicholas riusciva perfettamente a comprendere: Luce era arrabbiata, anzi dire arrabbiata era dire poco, lei era furiosa.

I cinque anni in cui si era allenata da sola l’avevano aiutata molto a trasformare la sua tristezza e il suo dolore in rabbia. Nei primi anni provava dolore solo per la perdita dei suoi genitori, ma quando aveva compreso che non c’era nessuno modo per riportarli in vita, nemmeno con la sua magia, tutta la sua sofferenza si era trasformata in rabbia verso lo stesso Alex che l’aveva abbandonata.

Finita la prima parte dell’allenamento, era arrivata l’ora di pranzo.

Tutti si avvicinarono al capanno nel bosco per mangiare. Una volta entrati, andarono a sedersi mentre chiacchieravano animatamente. Luce non sapeva dove andare o cosa fare. Sophie, che vide l’espressione di smarrimento dipinta sulla faccia dell’amica, e «Lux vieni qui! Siediti vicino a me come ai vecchi tempi» disse, richiamando l’attenzione dell’amica con un grande sorriso in volto.

Luce tentennando si avvicinò al tavolo dell’amica dove già Nicholas e altri suoi vecchi amici stavano seduti.

Più il pasto passava più Luce si domandava dove fosse finito Alex. Lo cercava con lo sguardo per tutta la sala, ma di lui neanche l’ombra. Non lo trovava perché non sapeva che Alex era rimasto nel campo dove si erano allenati. Alex non riusciva a capacitarsi di quanto fosse cambiata, ma soprattutto non si capacitava che, nonostante tutto, lei fosse rimasta il suo piccolo raggio di sole.

Finito il pasto, tornarono nel bosco e l’istruttore Robert esordì: «Ok, ragazzi! Chi ha già la sua dolce metà sa cosa deve fare: quindi, cominciate ad allenarvi» e, mentre pronunciava tale frase, lanciò degli sguardi d’intesa ad alcune coppiette, che si allontanavano dal gruppo lasciando nelle mani di Robert sei ragazzi. «Per voi, che non avete ancora trovato il vostro compagno, sceglierò io un po’ a caso, ma con criterio. Allora Nicholas, tu hai l’elemento dell’acqua, quindi puoi stare con Anne che ha il suo complementare cioè il fuoco. Sophie, tu, invece, con Oscar per lo stesso motivo. Tu, Sophie, hai l’elemento del fuoco, quindi stai con lui che è acqua. Luce, Alex rimanete voi due che avete la luce ed il buio; quindi, potete stare insieme.

Un incantesimo dalla nascita lega ogni mago ad un lupo. Dopo il loro primo incontro, la loro anima si lega, il legame è più forte se i due ragazzi si incontrano da bambini. Le coppie non si formano a caso, ma ognuno sin dalla nascita possiede un elemento che aiuta sia nella ricerca del compagno sia nell’utilizzo della magia, per i maghi, e per i lupi l’utilizzo della forza e dell’astuzia. L’elemento è fondamentale per la ricerca del proprio compagno, poiché solo elementi complementari possono legarsi: acqua con fuoco, buio con luce e aria con terra.

I ragazzi annuirono, soddisfatti delle coppie, tranne Luce che voleva stare il più lontano possibile da Alex. Ogni coppia si sistemò ad un angolo del bosco differente, pronta ad iniziare la seconda parte dell’allenamento . All’improvviso, sentirono un rumore sordo dalla provenienza sconosciuta, seguito da un urlo dalla provenienza anche troppo conosciuta: era la voce di Sophie. Appena realizzato da che parte del bosco giungeva la voce, tutti corsero in quella direzione. La scena che si presentò ai loro occhi era agghiacciante. Sophie era stesa a terra priva di sensi ed un grosso lupo la sovrastava, ringhiando a chiunque provasse ad avvicinarsi.

Dal colore del manto riuscirono subito a capire che non era un lupo del loro branco. Aveva il manto nero con sfumature rosse e gli occhi neri infuocati di sangue, come se l’unica cosa che fosse in grado di vedere fosse la morte. Mentre ringhiava, si riuscivano a intravedere dei denti affilatissimi e sporchi di sangue, presumibilmente di Sophie. Era un lupo mai visto prima da quelle parti, e soprattutto era il doppio di statura rispetto a qualsiasi membro del loro branco o di qualsiasi branco conosciuto.

Alla vista di Sophie svenuta e sanguinante Nicholas istintivamente si scaraventò sul lupo, precedendo ogni mossa di Alex.

«PROTEGO!» Nicholas lanciò l’incantesimo per poter proteggere Sophie da un prossimo attacco  da parte del lupo, così da potersi occupare di quest’ultimo. «FACILE MANSUEFACIO!» Questa volta scagliò l’incantesimo sul lupo, che si ritrasse dal corpo della ragazza ancora priva di sensi e si chiuse in sé stesso. Ma l’effetto dell’incantesimo durò poco tempo, perché il lupo dopo pochi istanti ricominciò a ringhiare e provare ad avvicinarsi a Sophie. «CONFUNDO!» Con un altro tentativo Nicholas provò a confondere il lupo, così da farlo allontanare dalla ragazza, ma un‘altra volta l’effetto dell’incantesimo durò poco.

Il lupo riuscì a riprendersi e puntare ad una nuova persona con sguardo ancora più rabbioso e vendicativo. Nicholas, non notando il cambio di vittima, si avvicinò a Sophie per poterla portare in salvo da qualcuno che potesse curarla.

Nessuno, a parte Alex, individuò il nuovo obiettivo del lupo. La bestia feroce, presa la rincorsa, si lanciò su Luce, ma non fece in tempo: Alex si trasformò in un lupo dal manto bianco per poter proteggere Luce. Colta di sorpresa, Luce sbarrò gli occhi e si immobilizzò, ma tornò in sé quando sentì Alex ringhiare e ululare con tutto il fiato che aveva in gola per poter far arretrare il lupo e portarlo da un’altra parte e mettere in salvo Luce.

«SECTUMSEMPRA!» Urla Luce, non appena si rese conto che il lupo non voleva arretrare e che stava per attaccare Alex. 

L’incantesimo, che è tipico della magia nera, provocò dei tagli su tutto il corpo del lupo, che per il troppo dolore non riuscì a mantenere la trasformazione e morì dissanguato. Ci vuole molta forza per poter scagliare un incantesimo così potente. Per questo Luce perse i sensi ed Alex, appena lo notò, si ritrasformò in umano e corse a soccorrerla prima che cadesse al suolo.

Alex tenne tra le braccia Luce e la strinse per paura che potesse dissolversi da un momento all’altro e lasciarlo di nuovo. Tuttavia, era consapevole del fatto che dovesse assolutamente portarla a distendersi.

Non curandosi del cadavere che, al contrario, aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti Alex, continuando a tenere tra le braccia Luce, si riavvicinò al capanno. Quando si rese conto che era già occupato da Nicholas, decise che era meglio portarla a casa e farla stendere su un letto. Più che per il bene di Luce, era per il suo bene. Non riusciva proprio a sopportare la presenza di lui vicino alla sua Luce, la consapevolezza che il suo posto era già stato occupato da qualcun altro lo portava a stringerla ancora di più tra le sue braccia e a baciarle la fronte, solo per poter accertarsi che effettivamente c’era lui vicino a lei e nessun altro.

Arrivato nella stanza, l’adagiò sul letto, le rimboccò le coperte fino a coprirla completamente così da per tenerla al caldo. Prese una sedia e si mise vicino a lei.

«Perché l’hai fatto? Ero io quello che ti proteggeva sempre- esordì Alex con tono sconsolato prendendo la mano della ragazza.

Ti ricordi quando da piccoli giocavamo in giardino e tu volevi sempre arrampicarti sui rami degli alberi, però non sapevi mai come scendere? Allora salivo solo per aiutarti e non farti cadere. Quelli sì che erano bei tempi -esclamò abbattuto tirando un sorriso- quando c’eravamo sempre l’uno per l’altro.

Sai, sei mancata in questi anni e lo so che mi odi per quello che ho fatto.

In quel periodo, però, non ero in me, non ricordo nulla. Solo la tua espressione arrabbiata, delusa è impressa nella mia mente. Ma so che non potrò mai scordarmi che quella luce nei tuoi occhi, che avevi quando mi guardavi, era scomparsa ed aveva lasciato posto solo ad uno sguardo vuoto, quasi buio. Il motivo non te l’ho mai detto e mai vorrò dirtelo, perché non voglio che mi guardi di nuovo in quel modo, non voglio che ti allontani di nuovo da me. Non potrei mai sopportarlo una seconda volta».

Ormai una lacrima rigava la guancia di Alex per colpa dei troppi ricordi riportati a galla, ma sperava con tutto se stesso che Luce non avesse sentito il suo piccolo sfogo.

La realtà era un’altra.

 

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