Dagli anni Settanta a oggi, come “La Repubblica” ha rivoluzionato il giornalismo italiano

Ripercorriamo la storia di uno dei  quotidiani più importanti del panorama nazionale, in occasione dell’anniversario della fondazione.

Quarantotto anni fa nasceva il quotidiano “La Repubblica”, precisamente durante gli anni di Piombo in Italia (1968-1982). Con il debutto nelle edicole, si propone sin da subito come primo numero che riflette sui fatti di cronaca che accadevano al tempo, piuttosto che su una semplice e scarna informazione.

Il quotidiano nasce dall’iniziativa di Eugenio Scalfari, direttore del settimanale “Espresso”(1955), nonché deputato del PSI. Data la portata innovatrice che ebbe il giornale “La Repubblica” nella storia del giornalismo, tutt’oggi è ancora una tra le voci più autorevoli. La finalità di Scalfari era quella di dare al quotidiano una forte caratterizzazione politica, affinché si iniziasse ad avere spirito critico riguardo aspetti delicati della società.

Mercoledì 14 gennaio 1976, “La Repubblica” debutta in edicola. L’esordio del quotidiano è avvolto da un boom di vendite: si contano all’incirca 300mila copie vendute.

I lettori sembrano essere catturati dal formato tabloid che avvicina il quotidiano alla stampa anglosassone nel modo di comunicazione. È presentato al pubblico con un formato berlinese più piccolo rispetto a quelli impiegati tradizionalmente: aveva sei colonne e venti pagine. Le uscite sono dal martedì alla domenica.

Anche i titoli giocano un ruolo fondamentale. Ideati per catturare l’attenzione dei lettori, attraverso il carattere tipografico originale (il Bodoni), e alle scelte lessicali, con l’uso di giochi di parole e termini ad effetto.

Nella prima pagina del quotidiano c’è un’intervista allo stesso Scalfari con il segretario del PSI, Francesco De Martino. Al centro del quotidiano c’è la notizia dell’incarico di governo conferito ad Aldo Moro. Notiamo poi la maggioranza delle notizie di politica internazionale. Dello sport non se ne parlerà fino al 1979.

La scelta del nome “La Repubblica”, non è casuale. Il richiamo al senso patriottico è dovuto all’impostazione del giornale. Una impostazione di un giornale nazionale in grado di competere con il “Corriere della Sera”.

Il progetto piacque talmente tanto che la Mondadori decise di finanziare l’impresa. La sede si trova in via dell’Indipendenza, a Roma. Iniziarono a lavorare circa 60 redattori, di cui la stragrande maggioranza erano giovani alle prime armi nel mondo del giornalismo. Ricordiamo alcune grandi firme come: Giorgio Bocca, Giuseppe Turani, Sandro Viola, Barbara Spinelli e Natalia Aspesi.


 

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