Il Calendario gregoriano: la riforma del tempo
“Concetto intuitivamente collegato al divenire, alla durata, alla continuità (articolata in presente, passato e futuro) in cui situiamo ogni cosa, esperienza. Successione illimitata e misurabile di istanti”; aprendo il dizionario alla voce Tempo questa è la prima definizione che possiamo trovare. Ma cos’è realmente il tempo? Come si misura? Su quale base l’uomo ha sviluppato la sua concezione di tempo? Partendo da queste domande, il Dr. Gianluca Masi, astrofisico e relatore, il 24 aprile ha tenuto un’interessante conferenza nel teatro della nostra scuola, a cui hanno partecipato, numerosi, studenti, professori e genitori.
Il relatore, facendo un veloce excursus storico su come, durante i vari secoli, l’uomo abbia sentito l’esigenza di scandire il proprio tempo, si è concentrato particolarmente sulla riforma del calendario Gregoriano del 1582, introdotta proprio da Papa Gregorio XIII, ospite in quell’anno a Villa Sora.
Abbiamo scoperto come il calendario, computo del tempo, altro non è che il racconto di un rapporto tra l’uomo e la natura, e di come la sua storia sia in effetti la sintesi di un’intera società umana che si è sviluppata e che oggi ci ha permesso di semplificare notevolmente la classificazione del tempo, senza dover ricorrere a meccanismi davvero complicati e lunghi.
“Il calendario non è altro che un’oggettivazione morfologia e coerente dello scorrere del tempo” . Proprio con questa frase il Dr. Masi ci ha fatto comprendere come in realtà lo scorrere del tempo, il susseguirsi di stagioni, mesi e giorni, non sia poi una cosa tanto banale come spesso crediamo. Durante le nostre vite, infatti, diamo spesso per scontato l’importanza di un calendario, poiché siamo abituati sin dalla nascita a scandire il tempo in modi ben definiti, ma se improvvisamente non avessimo più né orologi né calendari, quanti riuscirebbero ad organizzare il proprio tempo basandosi esclusivamente sui fenomeni naturali che ci circondano? Probabilmente una società moderna come la nostra piomberebbe nel caos totale. Fu proprio per questo motivo, un’esigenza insistente di calcolare e definire il tempo, che iniziarono a svilupparsi i primi calendari. Uno dei primi calendari fu proprio istituito da Giulio Cesare.
Il calendario giuliano è un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nell’anno 46 a.C. Esso fu da allora il calendario ufficiale di Roma e dei suoi domini; successivamente il suo uso si estese a tutti i Paesi d’Europa e d’America, man mano che venivano cristianizzati. Il calendario giuliano considerava la durata media di un anno di 365 giorni più 6 ore e per questo ogni 4 anni si recuperano 24 ore con un anno bisestile. In realtà gli astronomi di Giulio Cesare avevano sbagliato i calcoli di 11 minuti e 14 secondi. Certo 11 minuti per noi non sono quasi niente, ma in realtà hanno un peso enorme, perché così ogni 128 anni si accumula un giorno di ritardo, pensate che nel 1582 i giorni di ritardo erano addirittura 10!
Questo errore complicava la vita anche al Vaticano, che cominciava ad avere problemi a fissare la data della Pasqua. Così il Papa decise di riformare il calendario: si recuperarono i dieci giorni persi e dal 4 ottobre 1582 si passò direttamente al 15 ottobre. Nello stesso tempo, per non creare troppa confusione, poiché il 4 ottobre cadeva di giovedì, il giorno dopo, cioè il 15 ottobre divenne automaticamente un venerdì.
Il Dr. Masi ha inoltre fatto una lunga spiegazione su come in realtà lo stesso calendario Gregoriano, usato tutt’oggi, non sia poi così assoluto. Utilizzando la parola “circa” ha spiegato come il tempo impiegato dalla terra per ruotare intorno al sole e su se stessa non sia del tutto certo. Nonostante il calendario gregoriano sia universalmente accettato da tutte le comunità mondiali, in alcune parti del mondo ci sono ancora popoli che hanno un calendario totalmente diverso dal nostro, basato magari sui cicli lunari, ciò fa intendere come misurare il tempo sia una cosa puramente astratta, che non può basarsi con certezza su calcoli matematici.
Il Convegno è stato organizzato dall’associazione astrofili “Segui la Stella” in collaborazione con ANISN Lazio (Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali) si è poi concluso con una serata osservativa presso l’Osservatorio “La Torretta” diretto dal Prof. Francesco Larocca.
L’interesse per questa conferenza si è manifestato con una grande affluenza di pubblico, e si spera che questo successo sia l’inizio per altri incontri di carattere scientifico-culturale che diano una visione più approfondita riguardo alcuni temi spesso poco trattati.