Intervista ad un personaggio storico: Giulio Cesare
Per il nostro giornalino scolastico abbiamo ottenuto un’esclusiva intervista ad un personaggio a tutti noto. Signori e Signore, abbiamo infatti il piacere di parlare con uno degli uomini che ha davvero cambiato la storia dell’umanità. Ha portato l’Impero romano fino alle coste dell’Oceano Atlantico, e’ riuscito a sottomettere a sé l’intera Gallia e a spingersi oltre le coste britanniche. Stiamo parlando dell’unico e inimitabile Giuliooooooooo Cesareeeeee!!!!!!!!!
Alessio: Intanto ti ringrazio per avermi concesso un’intervista, considerati quanti secoli ti porti sulle spalle!!!
Giulio Cesare: Grazie a te! Per me è solo un piacere, inoltre sei di Roma quindi non potevo dirti di no!!
Alessio: I tuoi tria nomina sono Gaio Giulio Cesare, sei nato il 12 luglio del 100 a.C. in un quartiere di Roma chiamato Suburra, dalla prestigiosa famiglia Giulia.
Giulio Cesare: La gens Iulia, sì.
Alessio: Ora che ti abbiamo censito, parlaci un po’ di te.
Giulio Cesare: In realtà la mia vita e ciò che ho fatto la sapete già. E’ scritto tutto su ogni libro di storia!
Alessio: Quindi di cosa vuoi parlarci?
Giulio Cesare: Chiaramente non sono venuto qui oggi per parlarvi della mia vita, altrimenti al posto mio avreste chiamato un professore o anche uno studente che sapesse qualcosa su di me. Voglio parlarvi di ciò che i libri di storia non raccontano, di un evento che solo chi era presente può conoscere veramente a fondo. Voglio parlarvi delle decisioni che mi hanno portato a fare determinate scelte e che sono state per me un peso da portare fino alla morte.
Alessio: Siamo impazienti di ascoltarti. Iniziamo dal triumvirato, il primo della storia, come sei arrivato a trovare un accordo con le altre due grandi personalità di Roma, Pompeo e Crasso?
Giulio Cesare: In quel periodo tutti e tre aspiravamo ad avere l’appoggio reciproco per ottenere il controllo di diverse cariche pubbliche. Decidemmo di trovare un accordo tra noi perché sapevamo che per piegare in ginocchio il senato, avevamo bisogno dell’aiuto di tutte e tre le parti, e che da questo accordo ognuno avrebbe ottenuto qualcosa in cambio.
Alessio: Allora perché hai deciso di violare il triumvirato?
Giulio Cesare: Dopo la morte di Crasso ho cominciato ad avere il sospetto che Pompeo appoggiasse il senato, e che fosse favorevole alla mia deposizione da console, se non addirittura alla mia morte. Cosi’ ho varcato il Rubicone con l’esercito armato, una dichiarazione di guerra! Al suono del motto: “Alea iacta est”! In quel momento ho capito che per governare non era necessario l’aiuto di nessuno, e cosi’ ho deciso di mirare al completo potere di Roma che ho ottenuto con la magistratura di dittatore a vita.
Alessio: Wow! Davvero incredibile! Voglio farti ancora un’altra domanda. Perché Roma, o meglio il senato, ha deciso di arrivare alla tua morte, insomma cosa è andato storto nella tua politica e nel tuo modo di governare in modo assolutistico?
Giulio Cesare: Se c’e’ una cosa che ho capito dopo la mia morte, è che la mia curiosità mi ha sempre portato ad andare oltre e proprio questo rimpiango della mia vita, il fatto di non essermi mai posto un limite perchè non mi sono mai accontentato del potere che avevo, volevo sempre di più. Forse questo ha spinto il senato o il popolo romano a desiderare la mia morte, aveva bisogno in quel periodo di un imperatore che li guidasse verso la vittoria, e non che li opprimesse come ho fatto io.
Alessio: Il potere ti aveva accecato e sei arrivato al punto di non distinguere più la necessità dalle aspirazioni personali.Vuoi parlarci del giorno dellla tua morte?
Giulio Cesare: Caspita! Lo ricordo come se fosse ieri. Quella mattina mi sono alzato e avevo una sensazione strana, come un vuoto, sentivo che quello non sarebbe stato un giorno come gli altri. Appena ho visto un manipolo di conservatori armati di pugnali che correvano verso di me, come se facessero a gara per chi sferrasse il primo colpo, il cuore mi si è fermato e ho cominciato ad avere paura. Come si avvicinarono distinsi tra la folla anche Bruto e Cassio, e a dirla tutta in realtà immaginavo che fossero anche loro coinvolti nella rivolta, nonostante li avessi io stesso candidati al ruolo di magistrati. Sono morto per 23 pugnalate e giuro di averle sentite tutte, una per una sempre con più forza.
Alessio: Ti sei mai chiesto come sarebbe stato, o cosa sarebbe diventato l’Impero romano, o meglio Roma senza di te?
Giulio Cesare: Quella che mi hai fatto è solo una delle tante domande che un dittatore come me si pone tutti i giorni. Ho sempre pensato che senza di me l’impero forse non sarebbe riuscito a raggiungere l’estensione a cui io l’ho portato, ma credo che senza di me l’impero avrebbe potuto avere una migliore amministrazione e non si sarebbe creato questo clima di sfiducia tra l’imperatore e il senato.
Alessio: Grazie Cesare, ti ringrazio di questa intervista. A quanto pare e’ arrivato il momento per noi di salutarci. Ci vediamo presto…tra le pagine di un libro di storia, o meglio Ave Cesare!
Giulio Cesare: Vale!