Intervista a William Silvestri
Dall’inizio di questo anno scolastico con i miei compagni di classe ci stiamo confrontando a suon di battute in un corso di scrittura creativa, seguiti dalla Prof.ssa Ferrante e da William Silvestri della Watson edizioni. Da una lezione all’altra procediamo acquisendo gli strumenti basilari per la scrittura d’un testo narrativo, tecniche compositive, schede dei personaggi, gestione della trama. Ho intervistato lo scrittore che si occupa del corso per conoscerlo meglio e per sapere cosa ne pensa di questa attività.
Benvenuto nel nostro giornalino e alla nostra intervista a distanza. Per iniziare spiegaci in tre parole chi sei, quali sono i tuoi interessi e quale ruolo ha la scrittura nella tua vita.
Ciao Arianna e grazie per l’intervista. Chi sono? Prima di tutto un padre, e poi un giovane autore che scrive per una casa editrice indipendente, la Watson edizioni. Fra le mie passioni, a parte naturalmente la lettura e la scrittura, ti posso enumerare la musica, l’arte e il calcio. Inoltre da poco, grazie a voi, ho scoperto l’amore per l’insegnamento.
Quanto tempo passi sui libri?
Ti rispondo con una battuta: troppo. Quando non sono con i miei figli in genere scrivo o leggo. Non saprei indicare un numero di ore ma posso dirti che in media leggo una quindicina di libri al mese. Poi ci sono i miei da scrivere o revisionare, gli articoli, eccetera eccetera.
Perché hai deciso di fare lo scrittore e, soprattutto, cosa ti ha spinto a scrivere ?
I miei genitori ti racconterebbero che ho iniziato a scrivere (a stampatello) a quattro anni. Evidentemente sentivo il bisogno di esprimermi e l’ho fatto in tanti modi: con la musica, scrivendo sonetti e canzoni per le mie fidanzatine… finché ho capito che questa passione era troppo grande perché restasse confinata al mio interno e ho deciso di voler regalare qualcosa di me attraverso le storie che racconto.
Come mai hai deciso di scrivere delle lezioni per la nostra classe, visto che hai tutto questo gran da fare? Più che altro, dove trovi il tempo?
La prendo larga: non mi piace il mondo attuale e credo che solo investendo sulla cultura e sulle nuove generazioni le cose possano cambiare. Il corso cui stai partecipando è una splendida opportunità nata da un’idea che ha messo d’accordo Villa Sora, nelle persone del Preside e della tua insegnante, la Watson edizioni e il sottoscritto. Per quanto riguarda il tempo, beh, ho sempre pensato che sia tutta questione di sapersi organizzare.
Che tipo di studente eri? Ti appassionavi sui banchi di scuola alle lezioni di letteratura?
Di certo non ero uno studente modello, anzi in un’ipotetica classifica degli alunni migliori io lottavo per non retrocedere in serie B. Mi sono appassionato alla letteratura e allo studio in generale lontano dai banchi di scuola. Leggevo e approfondivo molto a casa, ma purtroppo questi miei studi paralleli raramente coincidevano con il programma ministeriale: ero quello che non sapeva mai la lezione del giorno. Forse ho avuto anche insegnanti con poco appeal, non so. Fatto è che, a parte una, nessuno di loro mi ha trasmesso l’amore per lo studio e ho dovuto rimediare una volta terminato il liceo.
Qual è stata la soddisfazione più grande che ti ha regalato la scrittura, in tutta la tua vita o carriera?
Questa è facile. Quando il mio romanzo “Serial Kinder” è dovuto andare in ristampa dopo un mese e mezzo e, poco dopo, è terminata anche la seconda tiratura. Peraltro questo libro sarà tradotto in inglese e commercializzato nei paesi anglofoni, quindi posso dire che al momento le maggiori soddisfazioni me le stanno regalando quei 4 matti dei “vecchiarelli” protagonisti della storia che ho voluto raccontare.
Allora quando andrò all’estero potrò dire che conosco lo scrittore di Serial Kinder. Di sicuro ti sentirai fiero di te stesso, come la tua famiglia d’altronde. Ti va di parlarci un po’ di loro? Sai, nella nostra classe sei un personaggio abbastanza famoso e vogliamo sapere anche della persona oltre lo scrittore.
Mi raccomando, quando andrai all’estero vantati: di’ pure che, oltre a conoscermi, ho letto i tuoi racconti e stabilito che sei molto brava! Su di me posso dirti che sono una persona semplice, con buoni valori che mi sono stati trasmessi dai miei genitori. Sono sposato e papà di tre piccole pesti e abbiamo anche un cagnolino (Simba) e un pesciolino rosso immortale di nome Arcobaleno. Le mie “altre” passioni sono la musica e il calcio – anche se di quest’ultimo apprezzo solo l’aspetto ludico in sé, il circo mediatico che lo circonda mi ha nauseato.
La lettura ha un ruolo importante della tua professione: il tuo libro preferito?
La lettura è al tempo stesso una grande passione ma anche un elemento propedeutico alla scrittura, come sai. Scegliere un libro è troppo difficile, mi sembra di far torto a qualcuno, ci sono di quei capolavori… facciamo così, scelgo “Il Padrino” di Mario Puzo, il romanzo dal quale è stata tratta la saga cinematografica di Coppola. Un libro nel quale c’è tutto: pathos, amore, violenza, tenerezza, e come qualcuno ha detto “ha fatto l’America”.
Mio padre ama la saga cinematografica e io insieme a lui ho visto i film: splendidi. Comunque… sei emozionato per incontrarci? Ormai non si parla d’altro e non vediamo l’ora di fare questa lezione con te. Un indizio sull’argomento?
Tu e tuo padre avete ottimi gusti! Certo che sono emozionato, ormai mi sembra di conoscervi tutti ma ho bisogno di associarvi a dei volti e di ascoltare la vostra passione attraverso le vostre voci. Sarà un’esperienza molto formativa, anche per me, e ti svelo un piccolo retroscena: quando ho detto al mio editore che insieme a voi ci sarà un altro centinaio di studenti il giorno della fiera, gli è preso il panico! Sull’argomento della lezione posso regalarvi questa anticipazione: faremo un incontro molto pratico e ci divertiremo tutti insieme.
Prima di tutto voglio scusarmi in anticipo per tutti i miei compagni che non conterranno l’euforia. Ora una domanda che mi hanno chiesto di farle e non ingentilirò neanche perché altrimenti non sarebbe divertente: è simpatica la Ferrante?
Magari dopo avermi visto all’opera rivaluterai i tuoi compagni! Sulla prof: sì, la trovo simpatica ma credo che la cosa più importante per voi sia che è preparata e ama il suo lavoro. Però ora che ci penso depura le lezioni dalle mie, diciamo, espressioni colorite…
Sì, è normale. Pensa, ha diviso il nostro modo di parlare in sottoscala, primo piano, attico… Tornando a te: quando hai deciso di scrivere le lezioni, avevi uno schema preciso su come organizzarle, scrivi prima quelle che reputi più importanti o quelle che ti vengono sul momento?
Certo, ho preparato un programma per l’intero corso e ne ho parlato con la vostra insegnante, la quale ne è rimasta entusiasta. Ti rivelo però che nelle intenzioni iniziali c’erano una quarta e quinta parte che abbiamo dovuto rimandare perché le ore “sperimentali” non bastavano a coprire tutto. Cercheremo di proporle l’anno prossimo, se il vostro interesse rimarrà forte come oggi.
Riguardo al corso di scrittura e agli esercizi che ti mandiamo, cosa ne pensi in generale e rispetto all’impegno della classe?
Secondo me siete una bella classe. Ci sono personalità interessanti, alcuni di voi sono più pronti da un punto di vista tecnico, altri sopperiscono con una buona verve. Stiamo facendo un buon lavoro tutti insieme e sono sicuro che ciascuno dei vostri racconti sarà una piccola gemma che porterò nel cuore.
Grazie mille per quello che fai, vogliamo ringraziarti per l’impegno e il tempo che ci dedichi, perché in fondo nessuno di noi avrebbe preferito studiare solo letteratura.