La perdita dell’anima
L’incoerenza. L’incoerenza é il tratto che contraddistingue l’uomo moderno. L’incoerenza e la contradditorietá sono tratti ancor piú evidenti al giorno d’oggi rispetto a 2000 anni fa, poiché, dopo la nascita del pensiero analitico e critico, dopo le sempre piú profonde analisi della realtá e dell’essere pensante e di cío che gli va oltre, dopo la stesura di innumerevoli componimenti impregnati di sentimento di fratellanza e rispetto, dopo le conquiste sanguinose dei principi di libertá e uguaglianza, l’uomo é ancora perfettamente in grado di tornare ad essere la bestia che nel profondo é, rinnegando ogni tratto di ragionevolezza raggiunto faticosamente in millenni. L’uomo é ancora capace, infatti, di essere intollerante verso il prossimo, l’altro, il diverso, opponendoglisi nella maniera piú brutale possibile: la privazione della vita. Per questo le notizie di stragi e morti, non ultima quella dell’uccisione di 141 bambini in una scuola di Peshawar, colpiscono e rendono attonita la societá, anche se non piú molto ormai. Infatti tali eventi di cronaca si susseguono ininterrottamente portando l’individuo a rimanere sempre piú indifferente e apatico, invece é proprio questo il punto. Ognuno dovrebbe sempre piú sentirsi preso in causa, sdegnandosi e ripudiando veementemente tali atrocitá in ogni situazione: dall’intolleranza religiosa alla violenza sulle donne e sui piú deboli, dal genocidio raziale alle guerre capitalistiche, dalla pena di morte alla violenza gratuita, poiché non si può accettare che un essere talmente ragionevole e critico possa ridursi all’atto di colpire un altro completamente uguale a lui. Tale azione, oltre a portare alla palese perdita di individui, genera la distruzione della propria umanitá, della propria anima e coscienza, parte integrante dell’uomo.