Lettera a Villa Sora
Cara Villa Sora,
sei stata e sarai sempre una seconda casa per chiunque varchi il cancello di ferro su via Tuscolana, anche solo per una volta. Tu, scuola mia, rimani impressa nella mente e nei cuori delle persone non solo per la tua grandezza come edificio ma per il calore dell’accoglienza e lo spirito di famiglia che si fanno sentire sin da subito e non si fanno mai da parte. Non sei una scuola normale, sei una scuola a cui interessa per prima cosa l’anima dei ragazzi e non il quoziente intellettivo, vai sempre a cercare la storia del ragazzo, per capire i motivi che l’hanno fatto diventare il ragazzo che è ora e poi lo accompagni nel crescere. Ciò avviene grazie alle varie occasioni come i ritiri spirituali o le giornate di amicizia o le confessioni mensili; ci offri momenti in cui scoprire noi stessi e scoprire gli altri e far diventare dei legami, che potevano sembrare inizialmente superficiali, forti e duraturi nel tempo.
È ormai un mese che non ci vediamo, in questo mese sono successe varie cose che mi fanno sempre ripensare a te. Ogni volta in videolezione ripenso alle tue aule: i muri bianchi e beige e quei banchi verdi che per i ragazzi dal terzo in su sono una tortura perché troppi piccoli. Quelle classi che belle o brutte ci hanno accompagnato in tante avventure: in assemblee in cui sentivamo come in un tribunale ed eravamo tanto potenti, in delle semplici ore di lezione che ogni professore rendeva speciali facendo qualche battuta o semplicemente preoccupandosi di noi. Perché questa sei tu, piena di professori che sono disposti a barattare una loro ora di lezione solo per sentire i nostri problemi.
E come scordare l’addobbaula, quel pomeriggio tanto atteso dall’inizio dell’anno e che riesce sempre a riunire tutta la classe in uno spirito natalizio e di famiglia, con le aule addobbate si riesce a respirare per tutto il periodo prima delle vacanze e anche dopo perché ad alcuni è capitato di togliere gli addobbi a fine gennaio, ma in questa occasione si riesce a sentire anche uno spirito di sfida ed unione, di unione perché anche se ci sono delle divergenze in quel pomeriggio si mettono da parte per un obiettivo comune: sconfiggere le altre classi!
Questo spirito si riesce anche a cogliere nella giornata di Don Bosco grazie ai giochi durante il giorno ed i tornei pomeridiani con poi la messa e la cena, per concludere con il Don Bosco’s Got Talent, in cui tu, mia cara scuola, fai emergere i talenti di tutti dal più piccolino di prima media al più grande di quinto superiore; grazie a tutte queste cose riusciamo a vivere la scuola a 360°, come piace dire a Don Marco.
Ora in questo periodo che dobbiamo rimanere a casa, vorrei tanto che la mia casa fosse Villa Sora!