LIS, anche l’intelligenza artificiale può parlarla
AI (intelligenza artificiale)
Sono diverse le soluzioni di Intelligenza Artificiale (AI) che permettono di abbattere le barriere di accessibilità. Per esempio, grazie alle tecnologie di computer vision è possibile aiutare le persone non vedenti a percepire meglio il mondo intorno al loro, oppure le tecnologie di riconoscimento vocale e traduzione offrono sottotitoli in tempo reale per le persone con problemi di udito. In questi giorni in Italia è nato il primo “ecosistema digitale della voce” per restituire alle persone colpite da SLA la possibilità di comunicare con una voce artificiale dall’espressività umana (“Voice for Purpose”).
Il problema
La tecnologia è, quindi, sempre più al servizio delle persone con disabilità, ma la strada da fare è ancora molto lunga.
Per esempio, per chi è sordo il problema principale rimane comunicare con chi non lo è.
Secondo gli ultimi dati Inps, nel territorio italiano sono presenti 43mila persone che soffrono di sordità; altri studi ne individuano fino a 70mila.
Il problema è, quindi, molto diffuso e le persone sorde tendono a formare una loro comunità isolata dal resto del mondo con cui hanno difficoltà a comunicare.
AI e LIS
Solo nel 2021, dopo decenni di battaglie, la LIS (Lingua Italiana dei Segni) è stata riconosciuta come lingua ufficiale e questo è stato il primo passo verso una maggior integrazione dei sordi nella società. Oggi più di 100mila persone in Italia la conoscono e la utilizzano quotidianamente.
La LIS non serve solo ai sordi, ma anche a chi ha difficoltà a comunicare come gli autistici o chi ha la sindrome di Down.
Ed ecco che l’AI viene di nuovo in aiuto. A gennaio infatti è stata annunciata la creazione di un assistente virtuale. Esso è in grado di comprendere e replicare con altissima accuratezza i movimenti del linguaggio dei segni.
Questo avatar darà la possibilità ai cittadini sordi di accedere in modo autonomo ad informazioni e servizi come per esempio le prenotazioni ospedaliere o le interazioni con l’amministrazione pubblica.
Fra pochi mesi l’avatar potrà essere installato su computer, tablet, smartphone e totem da cui, attraverso una webcam, potrà interagire con gli utenti.
Sarà sufficiente che la persona si posizioni di fronte alla webcam e l’intelligenza artificiale dietro l’avatar capterà i suoi movimenti ed espressioni faccia. Li interpreterà e potrà rispondere ed aiutare a seconda del contesto in cui si trova. Anche se a volte la traduzione potrebbe non risultare corretta al 100% a causa di movimenti poco precisi o di altre persone che entrano nell’obiettivo della webcam, le risposte che l’avatar fornisce sono sempre precise.
Speriamo di vederne tanti presto installati in giro!