L’Unione Europea: passato, presente e sfide future

Unione europea oggi

La nascita dell’Unione Europea: valori e obiettivi

Dopo la fine della seconda guerra mondiale l’Europa si trovava in condizioni difficili. In un discorso rivolto alla gioventù mondiale, l’ex primo ministro britannico Winston Churchill invitò l’Europa a dimenticare i recenti conflitti e propose la creazione di “qualcosa come gli Stati Uniti d’Europa”. Infatti nel 1949, dieci paesi europei si unirono per fondare il Consiglio d’Europa e si impegnarono a perseguire obiettivi comuni a livello europeo. Il progetto fu quello di creare un organismo che unificasse l’Europa con lo scopo di mettere fine alle guerre tra paesi vicini. La prima organizzazione europea ad essere istituita si assunse il compito di difendere i diritti dell’uomo, la democrazia parlamentare ed il principio di legalità, di allineare le normative in materia sociale e di promuovere la consapevolezza della comune identità europea.

La bandiera dell’Unione Europea, costituita da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. Esse rappresentano i valori di unità, solidarietà e armonia.

A Parigi, il 18 aprile 1951, fu costituita la Comunità europea del carbone e dell’acciaio che getta le basi per una cooperazione anche sul piano economico e politico al fine di garantire la pace.  Successivamente a Roma il 25 marzo del 1957, venne firmato il trattato che sancì la nascita della Comunità economica europea (CEE). Tale trattato fu inizialmente sottoscritto da sei paesi fondatori: Italia, Francia, Repubblica Federale Tedesca, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. L’ampliamento delle competenze economiche e politiche portò poi  alla nuova denominazione di “Unione Europea” con il trattato di Maastricht del 1992, dove si decise anche l’adozione di una moneta unica. Attualmente l’Unione Europea è una organizzazione sovranazionale composta da 27 paesi.

Negli anni l’Unione Europea ha assunto sempre maggiore competenze, tra cui il potere di emanare delle leggi proprie, efficaci in tutti gli Stati membri. 

Le istituzioni principali:

  • Il Consiglio europeo, riunisce i leader dell’Unione Europea per definire gli orientamenti generali e le priorità politiche dell’unione ed è presieduto da un presidente permanente. 
  • Il Parlamento europeo è l’organo legislativo dell’UE, eletto direttamente dai cittadini dell’Unione e adotta la legislazione insieme al Consiglio dell’Unione europea sulla base delle proposte della Commissione. 
  • La Commissione europea, costituita da un collegio di commissari, promuove la legislazione da adottare.
  • Il Consiglio dell’UE è il principale organo decisionale insieme al Parlamento, la presidenza è tenuta ogni sei mesi a rotazione da ogni paese membro. 
  • Altre istituzioni importanti dell’Unione Europea sono la Corte di giustizia, che fa in modo che tutte le leggi siano rispettate e la Banca centrale europea (BCE) che è responsabile per la politica monetaria europea.

La storia moderna: critiche e successi

Dagli anni sessanta in poi si assiste ad una crescente evoluzione dell’organismo con una vivace ripresa economica e la progressiva inclusione di Stati. Negli anni ottanta l’Europa cambia volto, varando nuovi accordi per rendere più fluidi gli scambi tra gli Stati membri. Avviene poi un grande sconvolgimento politico con la caduta del muro di Berlino nel 1989 che apre le frontiere tra la Germania dell’Est e la Germania dell’Ovest. Il crollo quindi del comunismo determina un maggiore avvicinamento dei cittadini europei. In virtù di questi nuovi accadimenti viene firmato, come già  ricordato, il trattato di Maastricht che avvia il passaggio alla moneta unica, l’Euro (2001).

In questi anni l’Unione Europea ha ottenuto critiche non solo da chi vede gli organismi sovranazionali come una minaccia all’identità nazionale (cosiddetti partiti sovranisti), ma anche da chi si professa europeista. Questi ultimi criticano l’Europa per non aver centrato pienamente l’obiettivo di raggiungere un benessere socio-economico stabile, ma di aver focalizzato l’interesse soprattutto sulla stabilità del sistema finanziario, con vincoli di bilancio troppo stringenti. In particolare l’Italia vive questo malessere per l’assenza di una politica europea migratoria condivisa e solidale, dopo aver vissuto una grave crisi economica per l’austerità imposta dall’Unione Europea. Quest’ultima è stata in parte superata grazie all’operato del presidente della BCE Mario Draghi, che subito dopo la sua elezione, è riuscito a contrastare la crisi con la nota frase “Whatever it takes” (costi quel che costi), per dire che la BCE sarebbe stata in grado di garantire l’euro e il debito degli Stati appartenenti. Draghi ha inoltre varato il quantitative easing (allentamento quantitativo) con cui la banca centrale acquista titoli di Stato dei paesi dell’eurozona. L’incarico da presidente della BCE è terminato nel 2019. 

Gli obiettivi futuri

Oggi la minaccia che si abbatte sull’Europa è quella sanitaria ma anche economica, dovuta al virus COVID-19 e l’Italia spera di uscire dalla crisi affidandosi di nuovo a Draghi, da poco primo ministro italiano. Il compito che si presenta è difficile, ma non impossibile, e consiste in materia di sanità pubblica nell’avviare una grande campagna di vaccinazione e far ripartire l’economia per contrastare povertà e disoccupazione. La responsabilità per il governo italiano e degli altri paesi dell’Unione Europea è enorme, stretti dal nuovo contesto geopolitico formatosi con la presenza della pandemia, l’utilizzo politico dei vaccini da parte delle potenze mondiali e il riacutizzarsi dei sentimenti nazionalisti, in particolare dopo la Brexit (nel giugno del 2016 il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea e dal 31 gennaio 2020 non fa più parte dell’Unione). Le riconosciute capacità diplomatiche degli italiani e l’indubbio carisma del premier influenzeranno i giusti comportamenti dell’Unione Europea in questo delicato passaggio della storia mondiale.

 

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