Parole immortali

L’amore per la Musa è indissolubilmente legato all’impossibilità di un amore fisico, un amore che trova la sua vera espressione nella morte della musa stessa, un distacco che alimenta l’arte, un’esperienza inevitabile, un passaggio obbligato. Come Dante con Beatrice e Petrarca con Laura, il poeta si trova di fronte a un amore che non è mai stato, ma che nelle sue parole diventa più potente, eterno, indissolubile. 

Prima di me
suonavano parole e poesie
e dopo di me lo stesso si ripeterà 
il poeta non riesce però
ad incantare la musa
non riceve amore
poiché le poesie sono regole
e gli incanti sono comandi 
perciò per quanto io ti scriva
non posso convincerti ad amarmi
perché amarmi ti salverebbe
te che sei destinato alla morte
te che sei destinato ad essere il mio tormento
perché senza musa il poeta è nullo
e senza poeta la musa è mortale
l’immortale è confinato nelle parole
e proprio per questo
"ci siamo detti cose che non possono morire"
che si divertono a svolazzare nell'aria
che si deformano, si contorcono, si spezzano
ma non possono ancora morire
vincolate a qualcosa che è stato
poiché non può non essere stato
dal momento in cui ho un brivido
tutte le volte che il tuo cuore batte con il mio
siamo cristallini, fermi in quell'istante
ed il tempo ci scorre accanto
ci attraversa, ci prende
senza restituirci
le nostre parole
sono quel che rimane di noi
un nulla colmo di sguardi
che innondano il restante di lacrime
e mentre ti navigo
tento a stento 
di non annegare
in quelle nostre parole 
che ci superano
senza rincorrerci
che ci accompagnano
all’infinito

Anna Screpanti C3A

In questa poesia, la Musa non è solo un’assenza, ma una presenza costante, un amore che non esiste ma che, attraverso le parole, si vorrebbe fosse eterno. Non c’è giustizia, non c’è salvezza per il poeta che scrive, se non la consapevolezza che le parole, come le lacrime, restano, trasformandosi in ricordi cristallizzati di un eterno momento. 

La poetessa si trova di fronte a questa realtà e, pur lottando contro di essa, sa che la morte dell’amore è il prezzo da pagare per l’immortalità delle sue parole. Parole che si fanno promesse di un amore impossibile, incagliato nel tempo e nello spazio delle pagine, ma privo di una realtà che lo sorregga.

La morte, in questo contesto, non è una fine, ma un passaggio attraverso cui la musa acquisisce un’importanza infinita, mentre il poeta, cerca di ridare forma a ciò che è perduto: una promessa di salvezza che non potrà mai essere realizzata, ma che vive nell’infinito delle sue stesse rime.

 

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