A Recanati…per conoscere Leopardi
Casa Leopardi è la casa natale del poeta Giacomo Leopardi che qui nacque il 29 Giugno 1798, il quinto economico e il quinto hanno dedicato una giornata per visitare i luoghi che hanno ispirato il poeta accompagnandolo nel suo percorso poetico.
Al primo piano di Casa Leopardi è ospitata la grande biblioteca di famiglia, contenente più di 20.000 volumi acquistati per la maggior parte da Monaldo e Giacomo, per il resto donati dai monasteri del territorio minacciati dalle truppe francesi.
Monaldo Leopardi nacque nel 1776 e, data la prematura scomparsa dei genitori, si vide costretto a farsi carico dei beni familiari e dell’amministrazione del patrimonio. Fu sempre impegnato e coinvolto nella vita politica e amministrativa di Recanati, tanto da essere investito nel tempo di numerose e importanti cariche cittadine.
Nel 1799 la popolazione recanatese lo elesse Governatore, ma i Francesi dopo una temporanea ritirata ripresero il terreno perduto nella regione e Monaldo, condannato a morte, dovette rifugiarsi per qualche tempo in campagna assieme alla moglie. In seguito si dedicò principalmente ai suoi studi preferiti, all’educazione dei figli ed alla formazione della biblioteca, che arricchì con l’acquisto di ben 12.000 volumi riguardo ai quali Giacomo Leopardi dichiarò che “non c’è né nemmeno uno di cui non sappia dar ragione”, segno della passione e dell’interesse verso un arricchimento culturale e spirituale. La stessa biblioteca (aperta nel 1812 da Monaldo per concittadini ed amici) fu casa degli studi di Giacomo, che qui riuscì a sviluppare in primis la sua conoscenza e soprattutto il suo genio poetico.
Adelaide Antici, madre del poeta, fu una donna dal carattere rigido e severo. Aveva avuto un’educazione molto severa ed umile, come era tipico dell’epoca, che la rese una donna cinica e attaccata al denaro. Entrata in casa Leopardi sposa di Monaldo (che incontrò solo a 19 anni), si dedicò principalmente a risanare il bilancio familiare che era in condizioni disastrose, imponendo molte regole e sacrifici ai suoi figli e a Monaldo. I due sposi furono sempre mentalmente e fisicamente chiusi a Recanati e questo favorì lo sviluppo del desiderio di evasione da questa dimensione di Giacomo, impaziente di conoscere e scoprire ciò che effettivamente era fuori dalla sua realtà provinciale.
Giacomo, primo di sette figli, dimostrò fin dai primi anni una straordinaria intelligenza ed un particolare desiderio di conoscere, senza tralasciare però gli interessi e le attività tipiche della giovinezza.
Il suo interesse per la cultura si notò ben presto quando, a soli 12 anni, comprò molti libri a costo altissimo pur di assecondare la sua curiosità. Sede degli studi del piccolo poeta, la Biblioteca è suddivisa in diverse sezioni (filosofia,storia,giurisprudenza e molte altre), e grazie ad essa possiamo ricollegare agli anni giovanili molte composizioni in prosa e poesia su argomenti filosofici ed anche scientifici in italiano e in latino, oltre al suo diario personale, lo Zibaldone. Da solo si impadronì in quel periodo delle lingue greca ed ebraica, frutto degli anni ”dello studio matto e disperato’’ (dal 1809 al 1812) e con l’aiuto di una Bibbia poliglotta presente in biblioteca di Monaldo. Negli anni immediatamente successivi si manifesta in lui il desiderio di tradurre in poesia le sue emozioni: nascono così i Canti “Le rimembranze” ed “Il primo amore”.
Nel 1817 nasce l’amicizia, inizialmente solo epistolare, di Giacomo con il letterato Pietro Giordani, che per primo riconobbe nel giovane il futuro genio, proprio Giordani convincerà Monaldo a far trasferire (se pur momentaneamente) Giacomo a Roma, nel novembre 1822.
Questo per Giacomo fu solo l’inizio di numerosi spostamenti tra Firenze, Napoli, Bologna ed altre realtà italiane tanto che non morì nel suo “natio borgo selvaggio”.
Avvolto nel mistero è il luogo di sepoltura del poeta recanatese, morto a Napoli e pianto dall’amico Ranieri: la sua salma non è mai stata rinvenuta.