Recensione film Dune (2021)
Introduzione
La saga di romanzi fanta-scientifici di Frank Herbert dal titolo “Dune” ha sempre avuto una storia travagliata a Hollywood.
Molti registi aspiravano a dirigere un adattamento cinematografico di questi libri, che potenzialmente sarebbe potuto passare alla storia al fianco di film del calibro di Star Wars e Blade Runner.
Considerando che Herbert scrisse il primo libro della saga nel 1965, era una vera e propria impresa realizzare un lungometraggio sia dal punto di vista contenutistico (condensare 800 pagine di romanzo su pellicola non sarebbe stato molto facile) ma anche dal punto di vista tecnico, in fondo si era molto lontani dalla computer grafica.
Questa sfida, considerata appunto al tempo colossale, venne accettata dal regista David Lynch, che avrebbe scritto lui stesso il copione per raccontare la storia di Paul Atreides, il principe di Arrakis che dovrà difendere questo pianeta (chiamato anche Dune perché principalmente desertico) dall’imperatore della galassia che ha fatto uccidere suo padre.
Il film di Lynch, pubblicato nel 1984, ebbe un discreto successo, guadagnandosi una nomina agli Oscar e vincendo due premi cinematografici.
Il vero successo che ebbe il film fu solo successivo, dato che venne riconosciuto come parte di quell’avanguardia cinematografica, insieme ad altri lungometraggi come Aliens di James Cameron, che avrebbe dato il via al cinema fantascientifico.
Un nuovo regista, Denis Villeneuve, nel 2021 ha deciso di riproporre l’adattamento di Lynch a quasi 40 anni di distanza, dividendolo in due parti e avvalendosi di tutti gli effetti speciali moderni per immergere appieno lo spettatore nel mondo di Herbert.
Nella prima parte di Dune, da poco uscita, è Timothée Chalamet a interpretare il protagonista, affiancato da altri attori molto conosciuti come Oscar Isaac nel ruolo del Re di Arrakis e di suo padre; Rebecca Ferguson, sua madre e membro dell’ordine delle streghe spaziali conosciuto come “Bene Gesserit” (dalla locuzione latina spesso usata in ambito legale “quamdiu se bene gesserit” ovvero “fino a quando si comporterà bene) e anche Zendaya, una ragazza Fremen (ovvero un’umana che considera Arrakis il suo pianeta natale) che ha un forte legame con il protagonista e che lo aiuterà nel corso della sua avventura.
Dune (2021) recensione: trama e ambientazione
Il lungometraggio di Villeneuve racconta la fuga del principe Atreides con la madre dal tentativo dell’imperatore di eliminare una volta per tutte la casata Atreides, unici veri sovrani legittimi di Dune.
La divisione in due parti della storia di Dune, ha permesso di raccontare l’evoluzione di Paul da principe inesperto e ancora bisognoso di addestramento a sovrano prescelto di Arrakis, di cui vedremo le capacità e abilità solo nella seconda parte del racconto.
Il dettaglio di ogni sceneggiatura e la qualità straordinaria di recitazioni e musiche nel film, catapultano immediatamente lo spettatore nell’universo di Herbert, dove l’umanità ha bandito ogni forma di intelligenza artificiale, vivendo circondati da natura e libri ma anche da creature quasi più appartenenti a un mondo fantasy che fantascientifico, come i giganteschi vermi della sabbia che popolano Dune o ancora le streghe del Bene Gesserit, che riescono a comandare gli umani semplicemente parlandogli con quella che chiamano “la voce”.
Recensione
Dove molti si aspettavano semplicemente un cambiamento di cast e un miglioramento degli effetti speciali, Villeneuve ha fatto molto di più, ispirandosi al film di Lynch ma prendendosi delle libertà anche in maniera molto coraggiosa.
La scelta di dividere il film ha fatto scalpore, ma molti si sono ricreduti nel vedere la fedeltà al libro ricercata in ogni scena e in ogni dialogo dal regista, anche se la conclusione del film è tutt’altro che percepibile, come se non sapesse dove e quando fermarsi.
Dunque possiamo considerare questa sorta di inconsistenza il vero e proprio punto debole del film, che altrimenti è un film ricco di concetti fantascientifici radicati e un cast spettacolare. Voto 8/10