Ritratto di Papa Gregorio XIII di Scipione Pulzone
Il ritratto d’un Papa riformista
Nel ritratto di papa Gregorio XIII di Scipione Pulzone è rappresentato Ugo Boncompagni (1501-1585), che dopo avere seguito la carriera ecclesiastica ottenne la porpora cardinalizia in età adulta. Fu padre di un figlio naturale, che sarà poi il futuro proprietario di Villa Sora.
Il 13 maggio 1572 Ugo Boncompagni diventerà Romano Pontefice, eletto dal Sacro Collegio nella cappella Vaticana all’età di settant’anni. Per sé scelse il nome pontificale di Gregorio XIII in onore di Papa Gregorio I.
La figura di Gregorio XIII è molto importante, poiché nel 1578 invitò gesuiti astronomi e matematici per preparare la riforma del calendario. Il nuovo sistema infatti porta il suo nome, cioè il Calendario Gregoriano, ancora oggi in uso universalmente. Questo Papa riformatore ebbe un grande impulso per le opere missionarie che lo portarono sia in America che nel lontano Oriente. Fu inoltre un promotore di importanti iniziative e trasformò Roma in una fucina di iniziative culturali e di imprese editoriali. Durante il suo pontificato ci furono gli anni del Manierismo e tra i principali artisti, Gregorio XIII scelse per il suo autoritratto Scipione Pulzone, che fu uno dei più originali interpreti pittorici dell’età della Controriforma.
Un quadro nel quadro: il dipinto di Scipione Pulzone
Il ritratto di Papa Gregorio XIII Boncompagni è un olio su tela (136×172) realizzato nel corso degli anni 70 del XVI sec. da Scipione Pulzone. Il ritratto è conservato nell’Istituto Salesiano di Villa Sora di Frascati. L’identificazione del personaggio è agevolata dal nome scritto sul cartiglio che il Papa tiene nella mano sinistra e dalla presenza ricorrente dell’emblema Boncompagni nei rivestimenti di velluto della sedia.
L’opera è di pregevole qualità pittorica, accentuata dalla raffinata cura del dettaglio sia nei ricami che dei tessuti, grazie a un particolare utilizzo di delicate velature. L’uso della nuova tecnica del trompe l’oeil della tenda sollevata crea un gioco illusivo che lascia l’opera tra realtà e finzione. Oltre alla capacità ritrattistica del Pulzone, affascina l’osservatore il grande magnetismo espressivo insieme all’effetto illusionistico che ritroviamo nella pittura barocca.
A prima vista il quadro appare come un semplice ritratto di Papa Gregorio XIII, ma se osserviamo con più attenzione vediamo che il dipinto contiene un quadro che presenta un drappo di tessuto che sembra essere stato spostato pochi momenti prima, creando l’illusione di guardare il quadro come primo spettatore, rendendo l’opera molto più suggestiva. Questo espediente, però, non è la prima volta che lo troviamo, infatti, è possibile rincontrarlo nel “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck.