Van Gogh secondo le stelle

Una serata illuminata dalle stelle, quella organizzata a “Villa Sora” il 18 ottobre 2013 dall’Associazione Astrofili “Segui la Stella”.

vangoghIn Foto (da sinistra): Gianluca Masi, Francesco Larocca, Davide Giacalone,   Roberto Scardella. Associazione Astrofili Segui la Stella – Villa Sora.

 Dapprima il noto giornalista Davide Giacalone ha presentato al pubblico in sala la visione costruttiva che illustra nel suo ultimo libro, “Rimettiamo in moto l’Italia”, idee positive in controcorrente che promuovono l’idea d’un Italia solida con un patrimonio ben superiore ai debiti. Spiega, infatti, come sia necessario in questo momento storico cambiare le concezioni che abbiamo del nostro Paese e guardare maggiormente a quelli che sono i suoi aspetti positivi, solo così, afferma, ci sarà possibile andare avanti, perdere gli ormai eccessivi riguardi nei confronti della crisi.

Di seguito “La Notte stellata sul Rodano”, il celebre quadro di Van Gogh, appare in tutto il suo splendore sull’ampio telo per le proiezioni;  il teatro della scuola si prepara incuriosito dal tema che presenterà un astronomo ormai ben noto agli appassionati di Villa Sora: Gianluca Masi.

Prima Immagine

Notte stellata sul Rodano, Van Gogh

E’ il professor Scardella ad introdurre l’argomento, riferendo le circostanze e il contesto sottesi all’elaborazione artistica del dipinto.

Si giunge così al tanto atteso studio delle stelle raffigurate nell’opera. Non appena, infatti, la parola  passa allo scienziato,  ecco che espone il primo dubbio: si tratta di una rappresentazione realistica? I corpi celesti tracciati dal pennello del Maestro sono realmente disposti secondo l’ordine naturale o si susseguono casualmente?

Subito i fatti: in una lettera a Emile Henri Bernard nell’aprile del 1888, l’artista stesso dichiara il suo preciso intento di voler riportare su tela le magnifiche emanazioni di luce  a cui assiste durante la notte, ma anche di essere fortemente portato a lasciare che la casualità lasci il posto alla precisione, immaginando in pieno il quadro e dipingendolo al chiuso di una stanza.

Nella sala si crea il silenzio, è forse finita qui? Neanche dieci minuti? È quello che si chiedono tutti gli spettatori, ma l’attimo di suspence viene immediatamente rimpiazzato dall’introduzione del successivo punto: la corrispondenza di Van Gogh non finisce qui, no di certo, perchè un’altra lettera è stata ritrovata, inviata al fratello nel settembre dello stesso anno, nella quale l’artista rilancia l’argomento che sembrava invece ormai chiuso, affermando di sentirsi molto affascinato dall’idea di raffigurare la vera realtà manifestata dal cosmo, la posizione precisa delle stelle, o almeno di quelle che davvero interessano la sua mente creativa: quelle che “compongono” il Grande Carro, che lo attraggono a tal punto da portarlo a compiere un gesto che chiunque non sarebbe stato in grado di immaginare altrimenti…

Seconda ImmagineViene a questo punto portata in scena un’altra curiosità: a quanto riportano gli studi conseguiti dal professor Masi, tra la mappatura delle stelle e il paesaggio reale da cui trae ispirazione non esiste una precisa coincidenza. Eppure la costellazione era visibile da Arles così come rappresentata alle 22,30 del  25 settembre 1888. Ricostruendo l’orizzonte astronomico che Van Gogh aveva di fronte mentre dipingeva quell’ansa del quartiere di Arles, che anche grazie a Google Maps è precisamente identificabile, non si presenta alcuna coincidenza. Lo stupore del pubblico finisce con l’aumentare al solo sentire la rivelazione nascosta dietro ai colori intensi di quella tela: perchè è alle spalle del pittore che le luci intense del Grande Carro si trovavano nella precisa posizione in cui il maestro le ha dipinte. Quindi una volta concluso con il paesaggio, che rappresenta una rientranza del fiume nei pressi della cittadina di Arles, in Francia, l’artista ha letteralmente girato il cavalletto, ha spostato i suoi strumenti per rivolgere l’attenzione al complesso del Grande Carro, a cui tanto ambiva.

La lezione del Prof. Masi  prosegue, con tanto di amplificazione e telescopi, gentilmente concessi dal prof. Larocca, sulla terrazza della Torretta di osservazione astronomica dell’Istituto Salesiano Villa Sora, concludendo così una presentazione nel migliore dei modi possibili: in compagnia delle stesse stelle, nonostante qualche nuvola, s’intende.

 

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